Ogni giorno sul web nascono servizi nella speranza di offrire agli utenti tutto quello a cui Zuckerberg non ha ancora pensato.
Facebook e il diritto alla privacy, ad esempio, non sono mai andati d’accordo, anche prima che le rivelazioni di Snowden portassero alla luce Prism, il programma di sorveglianza adottato dalla NSA.
Per questo, quattro studenti dell’Università di New York hanno dato vita a Diaspora, il social network open source che da pochi mesi è diventato accessibile a tutti.
Grazie a questo servizio, gli iscritti possono gestire un proprio server e collegarsi al sito senza passare per un server centrale, evitando quindi che i propri dati vengano archiviati e ceduti a terzi.
In Diaspora non esistono pubblicità e tutti possono contribuire a sviluppare il codice sorgente. Su Diaspora puoi puoi registrarti col nome che preferisci, anche con degli pseudonimi, tanto nessuno può chiudere arbitrariamente il tuo account, né modificare le impostazioni della privacy con la scusa di un aggiornamento.
Ma social network nascono anche per ragioni meno evidenti.
Potluck, per esempio, è stato inventato per sconfiggere l’ansia da social network. È stato ribattezzato, infatti, il social dei timidi, perché quando si condivide qualcosa il sistema rende visibile solo il contenuto e non chi l’ha condiviso, in modo che gli altri utenti possano mettere like o commentare in base alla qualità del post e non del nome della persona.
Ci sono i social network per gli amanti dei cani, delle sigarette, dei vampiri, delle bambole e persino quelli dove si raccontano i propri sogni e si scambiano possibili interpretazioni.
Così come ci sono anche quelli iperlocali, ossia quelli legati a una città, come, ad esempio, Urban Compass, una start-up nata a New York per cercare e offrire case in affitto. Grazie anche a degli agenti presenti sul territorio, Urban Compass offre online tutto quello che può servire in merito agli alloggi per poter trovare una valida sistemazione in città.
Infine ci sono quelli in cui l’idea di iperlocale è stata portata agli estremi, come in Condomani, il social network pensato appositamente per le persone che abitano nello stesso condominio. Grazie a Condomani, forse, le riunioni di condominio del futuro saranno tutte online.