Perché comprare una nuova vettura quando puoi noleggiare quella del vicino? Con questo slogan nasce “WeGo” la strategia di smart mobility per abbassare le emissioni di anidride carbonica nella città di Amsterdam, ideata da Ger Baron, responsabile del progetto Amsterdam Smart City.
«Progetti come WeGo mettono in evidenza il cambiamento che c’è in atto», sostiene Ger Baron. «Nelle smart city è più importante la disponibilità del servizio rispetto al fatto di possedere l’auto».
L’approccio di Baron è quello della Terza rivoluzione industriale di Rifkin che sostiene che centinaia di milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche e la condivideranno con gli altri, proprio come adesso condividono informazioni tramite Internet.
Il progetto WeGo è un esempio dell’efficacia di questo tipo di collaborazione: sfruttando il fatto che per il 90% del tempo le auto rimangano parcheggiate da qualche parte restando inutilizzate, consente agli abitanti di Amsterdam di mettere a disposizione per il noleggio la propria vettura tra vicini di casa, in un servizio che oltre a ridurre il numero di auto in circolazione, rafforza anche l’aiuto reciproco all’interno delle comunità di quartiere e vicinato.
Baron evidenzia come il successo maggiore di WeGo sia quello di aver ottenuto una grande partecipazione alla gestione della cosa pubblica da parte dei cittadini attraverso un modello di tipo bottom-up, pensando alla propria città come a un ecosistema e facendo uso della propria intelligenza secondo una logica inclusiva.
In questa stessa direzione va anche il progetto Car2Go, un altro strumento di smartmobility attivo tra i canali e le vie di Amsterdam. In questo caso le auto sono utilitarie elettriche messe a disposizione dagli ideatori del progetto. Attraverso un’app si può prenotare una delle 300 auto che sono a disposizione in città e una volta terminato l’utilizzo, che costa 0,29 centesimi al minuto, basta riportarla in uno dei tanti parcheggi sparsi per la città.
Secondo Baron il “modello Amsterdam”, caratterizzato da un intelligente mix pubblico-privato, è uno dei pochi esempi di innovazione urbana che finora si è dimostrato sostenibile, grazie al fatto di essere supportato in maniera strutturato dalla Pubblica Amministrazione che non solo produce dati e informazioni ma offre anche “fiducia” e leadership politica.
La tecnologia, nell’idea di Ger Baron, mantiene un profilo basso. Ciò che viene maggiormente valorizzato nel progetto Amsterdam Smart City è proprio la logica bottom-up che permette agli utilizzatori finali – in questo caso gli stessi abitanti di Amsterdam – di collaborare allo sviluppo e alla sperimentazione dei nuovi prodotti ad essi destinati. In altre parole capire come rendere gli utenti più consapevoli del loro comportamento, al fine di un’innovazione che sia aperta e guidata da loro.