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La tecnologia non basta a fare una Smart City

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tecnnnnnSecondo Nicos Komninos, professore ordinario in Urban Development and Innovation Policy presso l’Aristotele University of Thessaloniki, la Smart city è una città collettiva che nasce dalla collaborazione.

Ne consegue che amplificare l’intelligenza di una città vuol dire prima di tutto migliorare la collaborazione fra le persone.

Nella visione di Komminos, la Smart city si configura come un territorio caratterizzato da un’alta capacità di apprendimento e innovazione che poggia le proprie basi sulla creatività delle sue comunità, delle sue istituzioni e della sua infrastruttura digitale.

Una Smart City si fonda sull’integrazione di tre elementi: la città, la conoscenza e lo spazio digitale sottolineando la necessità di un equilibrio fra i tre fattori fondanti. «La matrice tecnologica, che deriva dal modello della Digital City, è fondamentale in una città intelligente, ma non è sufficiente.»

È evidente come Komminos provi a conciliare l’aspetto tecnologico, identificato nelle infrastrutture digitali per la comunicazione, con quello sociale introducendo l’importanza del ruolo della popolazione nello sviluppo urbano intelligente.

Il pensiero dell’architetto greco si traduce concretamente nel progetto ICOS al quale ha recentemente collaborato. ICOS è acronimo di Intelligent Cities Open Source, una comunità di sviluppatori, progettisti, ingegneri e utenti che operano nel settore delle città intelligenti ed è rivolto a chiunque sia interessato allo sviluppo di città intelligenti, ricercando soluzioni e applicazioni che sono state attuate con successo in altre città, applicazioni soprattutto open source.

Un po’ come già avvenuto al Centro per l’Intelligenza Collettiva del MIT, Massachusetts Institute of Technology, una delle più importanti università di ricerca del mondo, dove hanno da poco presentato un manuale sull’intelligenza collettiva (cos’è, come la si misura, quali fattori la facilitano e quali la inibiscono, …). Si tratta di un manuale strutturato con metodo wiki, cioè modificabile online da tutte le persone che lo consultano e desiderano partecipare alla sua stesura.

Questo approccio è particolarmente importante se consideriamo che, secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, da qui al 2050 la popolazione raddoppierà e questo significa che avremo un aumento notevole di domanda di spazio urbano, di infrastrutture e servizi.

La smart city può essere il laboratorio in cui l’azione dell’intelligenza collettiva diventa reale perché pur essendo un sistema complesso, può offrire sicuramente più risorse rispetto alla città tradizionale. Una smart city non mette a disposizione solo servizi ma anche strumenti digitali che abilitano le persone ad essere attive, a confrontarsi e a collaborare.

@essebbi


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